FANO CON RUGGERO RUGGERI

EVENTI PER LA CELEBRAZIONE DEL CENTOCINQUANTENARIO DALLA NASCITA

dal 12 nov 2021 al 20 feb 2022 - Foyer del Teatro della Fortuna
RUGGERO RUGGERI. L'ORIZZONTE OLTRE LA SCENA
mostra a cura di Matteo Giacomelli e Antonella Petrelli di Spazio e Immagini
inaugurazione ven 12 nov ore 18.00

aperta il sabato dalle 17.30 alle 19.30
e la domenica dalle 10.30 alle 12.30
ingresso libero

MOSTRA "RUGGERO RUGGERI. L'ORIZZONTE OLTRE LA SCENA"

Può apparire singolare proporre la lettura della vita dell’attore Ruggero Ruggeri (Fano 1871 – Milano 1953), una delle maggiori personalità del Teatro Italiano del XX secolo, sub specie photographiae, eppure è proprio così, considerando che gran parte del sua attività teatrale risulta invisibile per la scarsità di registrazioni audiovisive all’inizio dello scorso secolo.
D'altra parte l'avvento della televisione in Italia avvenuto nel 1954, cioè l'anno dopo la morte dell'attore, ha fatto sì che di questo Grande Attore, personaggio chiave del passaggio dalla figura del capocomico ottocentesco al moderno teatro novecentesco rimangano pochissime tracce.
Ruggeri infatti, attore preferito da Luigi Pirandello che lo definì maestro di ogni composto ardire e ancor prima da Gabriele D'Annunzio per aver dato vita all'Aligi nella Figlia di Jorio, venne considerato mito già in vita tanto da essere omaggiato per le sue interpretazioni shakespeariane da Laurence Olivier alla presenza di T.S. Eliot nel 1953 a Londra.
La fotografia si offre come possibilità per accedere a Ruggeri. Essa, per la sua natura di mediazione tra il soggetto che scatta cioè il fotografo e l’oggetto fotografato, ci offre la possibilità di conoscere gli autori che hanno fermato sulla lastra o in fotogrammi di pellicola le interpretazioni e le maschere di Ruggero Ruggeri così come oggi ci è dato di apprezzarle.
Si tratta di un viaggio alla scoperta di straordinarie personalità operanti nell’ambito del ritratto e della fotografia di scena e Ruggeri, coerentemente con la sua natura di attore, si offre come mediatore per accedervi.
Fotografare la scena teatrale in Italia nel primo Novecento significa mettere in luce una ricchezza di forme mai scontate e di dichiarare la propria appartenenza a movimenti artistici quali il Futurismo, il Pittorialismo o a un certo Realismo Magico sospeso tra spaesamento e marionette.
Proprio in questi territori a metà strada tra le influenze delle avanguardie artistiche e del fotografo di mestiere, che deve produrre belle immagini per le riviste di teatro, si collocano le 32 stampe originali d’epoca in mostra nel foyer del Teatro della Fortuna di Fano, città natale dell'attore, scelte da un corpus di 200 stampe fotografiche appartenute all'attore e oggi conservate nell' archivio dello studio-galleria Spazio e Immagini di Bologna.
Solo per citarne alcune, possiamo considerare un intenso ritratto di Ruggeri scattato dal fotografo milanese Ravagnan, autore di molte copertine della rivista Comoedia, dove l'attore è impegnato nel Deburau di Sacha Guitry, commedia ispirata alla storia del mimo francese. Qui la stampa fotografica databile intorno al 1930, ci restituisce Ruggeri in un atteggiamento non statico ma che al tempo stesso include tutti i dettagli e gli altri attori in scena.
Il veneziano Pietro Giacomelli invece risolve la figura del mimo Deburau in una fotografia dove il ritratto psicologico è il risultato della tensione dell’intero corpo dell’attore che dalla punta dei piedi giunge fino al volto facendosi espressione.
II ritratto giovanile dell’attore di Adolfo Majoni, succeduto a Montabone alla Reale Fotografia di Torino, ci restituisce attraverso un taglio fotografico oggettivo un Ruggero Ruggeri dalla folta capigliatura e dai baffi all’insù che collocano l’attore negli anni dei successi della Figlia di Jorio (1904); mentre il ritratto degli anni '30 di Ruggeri nell’Amleto, firmato da Camuzzi e Lomazzi, ci presenta un volto quasi evanescente accentuato da un effetto flou che ne esalta il mistero.
Il parmense Montacchini ci restituisce la maschera ruggeriana de Il Pensiero (1940), dramma dell'autore simbolista russo Leonid N. Andreev, dove l’intensità psicologica del volto tradisce un’azione dettata da un moto interiore che sta lì lì per compiersi.
Ruggero Ruggeri incarna sulla scena la follia dell'uomo moderno come descritto da Luigi Pirandello, che per lui scrisse l'Enrico IV, l'argomento mi pare degno di lei e della grandezza della sua arte, qui rappresentato in trono vestito di abiti damascati nella fotografia di una rappresentazione degli anni '50.
Due stampe fotografiche del Sansone di Henry Bernstein e de Il Sesso Debole di Edouard Bourdet entrambe del 1936, ricche dei dettagli della moda e degli interni dell'epoca, ci mostrano un Ruggero Ruggeri intento nell'indagine scenica, tra psicologia e costume, della borghesia di inizio secolo in bilico tra edonismo e materialismo.
Le pièces degli autori italiani Dario Niccodemi, Luigi Bonelli e Vincenzo Tieri sono documentate dalle fotografie de Il Rifugio (1936), Mazarino (1937) e Questi figli (1939), in cui è evidente la capacità camaleontica dell'attore che interpreta caratteri completamente differenti; dal brillante Mazarino ad altri più intimisti come nel protagonista in poltrona de Il Rifugio firmato da Aurelio Pesce (FotoPesce). Una rara serie di stampe fotografiche vedono Ruggeri sul set del film Quella Vecchia Canaglia (1934). Qui le foto di scena sono attribuite ad Anton Giulio Bragaglia, non nuovo a lavorare sul set con il fratello Carlo Ludovico che ne firma la regia. Queste stampe fotografiche, spiccano nel panorama delle coeve fotografie di scena per l’uso impeccabile delle lampade elettriche durante le riprese in studio così da esaltare i valori
luministico chiaroscurali. Altre fotografie della Compagnia Ruggeri ripresa nella Torino degli anni '30 completamente innevata ci riportano, attraverso la scritta stampigliata al verso, NULLA SFUGGE AL MIO OBBIETTIVO, a una matrice
futurista sospesa tra gioco e minaccia, un vero slogan pubblicitario ante litteram. Essa appartiene a Silvio Ottolenghi, uno dei padri del photoreportage italiano. Infine, le fotografie di scena del Non Si Sa Come di Pirandello, scattate tra Roma e Torino dal Servizio Fotografico dell' Ispettorato del Teatro, ci svelano una scena minima con effetti che vanno dalla luce al
buio assoluto, l'ultima verità pirandelliana, dove un' azione compiuta senza senso o meglio non si sa come, segna la vita per sempre.
Queste fotografie non esauriscono le proprie virtù nel rapporto documentario con la scena ruggeriana ma oltre a permettere la comprensione di un’intera società e di un’intera epoca, attraverso i dettagli della moda o delle arti applicate, aprono l’orizzonte a un’ inedita rivelazione estetica e interpretativa volta a colmare il divario tra arti alte e basse tra l’effimero e il permanente. 
Matteo Giacomelli

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dom 14 nov 2021 ore 17.00 - Teatro della Fortuna
RUGGERI ATTRAVERSO PIRANDELLO. L'ATTORE E IL SUO AUTORE
Giovanni Maria Briganti e Cecilia d’Amico, 
attori
Pierfrancesco Giannangeli, storico
Alice Cortegiani, clarinetto
ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili

"RUGGERI ATTRAVERSO PIRANDELLO. L'ATTORE E IL SUO AUTORE"
In occasione del 150° anniversario dalla nascita di Ruggero Ruggeri e del 100° anniversario dal debutto dei Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello, l’attore e autore Giovanni Maria Briganti e l’attrice, regista Cecilia d’Amico presentano brani tratti dal carteggio tra il Premio Nobel siciliano e il grande attore fanese, accompagnati dal Clarinetto di Alice Cortegiani e dall’analisi storico-critica del Professor Pierfrancesco Giannangeli. Il pubblico avrà modo così di conoscere più da vicino uno dei legami artistici più importanti e duraturi della storia del nostro Teatro. Un legame così forte che il tempo non ha scalfito anzi, ha voluto accomunare anche oggi attraverso l’unione di due anniversari così importanti.

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