PRIMA DEL SILENZIO
4, 5 gennaio 2014
Per l’uomo le parole sono espressione, comunicazione, creatività, possibilità infinita di rimuovere l’oblio dei ricordi. In definitiva rappresentano la sua capacità di lottare e sopravvivere. Giuseppe Patroni Griffi
Giuseppe Patroni Griffi, drammaturgo e regista, è l’autore di questa pièce, fatalmente scritta nel 1979 per Romolo Valli, grande attore e amico, che morì stroncato da un incidente stradale proprio dopo una replica.
Questo testo delicato e intenso viene ora affrontato da un poliedrico Leo Gullotta nei panni di un vecchio poeta solitario che si è lasciato alle spalle tutto, la cui convivenza con un giovane sarà l’occasione per tentare di lanciare un ponte dialettico e di esperienza verso un futuro che non gli appartiene. Un adolescente e un uomo maturo che non hanno nulla in comune se non di sentirsi due fuorilegge della società. Tra i due, le parole: per l’uomo sono la creatività, l’unico modo per sentirsi ancora vivo; per il ragazzo sono il limite.
Uno spettacolo tagliente e dal ritmo incalzante.
Note allo spettacolo
La storia racconta le scelte rivoluzionare di un Uomo conseguenti al disagio sociale legato alla comunicazione. Assisteremo al travaglio del cammino del mutamento che assume le fattezze di un incubo, con l’apparizione dei fantasmi della sua vita: la famiglia, rappresentata da LA MOGLIE, entità vorace e ricattatoria; la casta, rappresentata da IL FIGLIO, con i suoi orpelli e i contributi piccolo borghesi; il dovere, materializzatosi attraverso IL CAMERIERE, che attraverso il senso di colpa, costringe e castra.
L’unica relazione rasserenante è quella del presente, con IL RAGAZZO. Essa, sebbene vampireggiante, è linfa pura e vivificante durante l’incubo che vive. Ma anch’essa terminerà, come ha fine la vita di un uomo, il quale abbandonato dai suoi stimoli si richiude nella sfera della parola, come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto.