Stagione 2012/2013

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  • Teatro della Fortuna platea
  • Teatro della Fortuna palchi
  • Teatro della Fortuna vista del soffitto con lampadario

    Ph. Franco Zampetti

HO PERSO IL FILO

SABATO 22 DICEMBRE, ORE 18.30
LA COMPAGNIA INCONTRA IL PUBBLICO
Ingresso libero

ven 21, sab 22 dicembre 2018, ore 21.00
dom 23 dicembre 2018, ore 17.00

Foto di Paolo Galletta


un progetto di Angela Finocchiaro, Walter Fontana, Cristina Pezzoli 
testo di Walter Fontana 
in scena Angela Finocchiaro 
e le Creature del Labirinto: Giacomo Buffoni, Fabio Labianca, Alessandro La Rosa,
Antonio Lollo, Filippo Pieroni, Alessio Spirito
regia di Cristina Pezzoli
coreografie originali di Hervé Koubi 
assistito da Fayçal Hamlat
scene di Giacomo Andrico 
luci di Valerio Alfieri
costumi di Manuela Stucchi
produzione Agidi

aiuto regista Luca Orsini
musiche di scena Vladimiro Croce
video design Nina Donatini, Etienne Nzi
montaggio video e post-produzione Iacopo Tiscar
puppet e attrezzeria Saverio Galano e Cristiana Maranca
maschere e oggetti di scena realizzati dallo scultore Alessandro Baronio
voce dei Quizzoni Diego Paul Galtieri
le musiche del Corridoio del tempo e Caverna del Minotauro sono di Mauro Pagani
direttore allestimento Daniele Donatini
direttore di scena e macchinista Mattia Galeazzi
elettricista Franco Brasini
fonico Fabrizio Minotti
sarta Elisabetta Menziani

Una commedia, una danza, un gioco, una festa, questo è Ho perso il filo. In scena un’Angela Finocchiaro inedita, che si mette alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontarci con la sua stralunata comicità e ironia un’avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso: quella di un’eroina pasticciona e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all’ultimo il suo spaventoso Minotauro.

Angela si presenta in scena come un’attrice stufa dei soliti ruoli: oggi sarà Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro. Affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita e parte.

Una volta entrata nel Labirinto, però, niente va come previsto. Viene assalita da strane Creature, un misto tra acrobati, danzatori e spiriti dispettosi, che la circondano, la disarmano, la frullano come fosse un frappè, e soprattutto tagliano il filo che le assicurava la via del ritorno.

Disorientata, isolata, impaurita, Angela scopre di essere finita in un luogo magico ed eccentrico, un Labirinto, che si esprime con scritte e disegni: ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farglielo ritrovare.

Passo dopo passo, una tappa dopo l’altra, superando trabocchetti e prove di coraggio, con il pericolo incombente di un Minotauro affamato di carne umana, Angela viene costretta a svelare ansie, paure, ipocrisie che sono sue come del mondo di oggi e a riscoprire il senso di parole come coraggio e altruismo. Alla sua maniera naturalmente, come quando - di fronte ai ragazzi ateniesi che la implorano di salvarli dal Mostro che li sta già sgranocchiando - promette firme e impegno sui social; o come quando è sottoposta a una sfida paradossale dal vero Teseo, sceso di corsa dalle vette del mito, indignato perché la sua interprete difetta delle necessarie qualità eroiche; o quando deve fare del bene a una mendicante rom e decide di darle non una semplice elemosina ma di regalarle un’intera spesa: se la porta dietro al supermercato ma, siccome la mendicante la irrita ignorando i prodotti bio per fiondarsi invece su merendine industriali e insaccati carichi di conservanti, finisce per farla arrestare.

Lo spettacolo vive del rapporto tra le parole comiche di un personaggio contemporaneo e la fisicità acrobatica, primitiva, arcaica delle Creature del Labirinto che agiscono, danzano, lottano con Angela provocandola come una gang di ragazzi di strada imprevedibili, spietati e seducenti.

Il Labirinto è un simbolo antico di nascita - morte - rinascita. Anche Angela, dopo aver toccato il fondo, riuscirà a ritrovare il filo e con esso la forza per affrontare il Minotauro in un finale inatteso che si trasforma in una festa collettiva coinvolgente e liberatoria.

Si ride, ci si emoziona, si gode uno spettacolo che si avvale di più linguaggi espressivi grazie agli straordinari danzatori guidati dall’inventiva di Hervé Koubi, uno dei più talentuosi e affermati coreografi sulla scena internazionale e naturalmente alla capacità comica di Angela Finocchiaro di raccontare un personaggio che è molto personale e allo stesso tempo vicino al cuore di molti.

 

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